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OPOS rifugge per natura ogni genere di classificazione, rifiuta ogni etichetta e declina ogni definizione. È perciò difficile descriverlo, rappresentarlo con un esiguo numero di parole scritte.OPOS è innanzitutto un edificio industriale riportato alla vita nel 1990, da Alberto Zanone, la cui visione avanguardista e comunitaria ha consentito fin da subito di aprirsi a una dimensione plurale, di condivisione e partecipazione.La storia di OPOS ha radici che si diramano dal mondo del design, dell’architettura e dell’arte, fino ad arrivare a quello del tessile e della maglieria. Ma la natura indefinita di questo luogo l’ha condotto inesorabilmente ad accogliere nel suo disegno altre discipline e forme d’arte.Oltre ad essere uno spazio fisico, OPOS è soprattutto un luogo metafisico. È stato definito come un’officina di idee ed è stato e sarà fucina di numerosi progetti. Un luogo di realizzazione, di concretezza, ma anche pura astrazione. Qui si prediligono gli anticonformismi eccentrici e la curiosità instancabile, si rifiuta categoricamente di seguire le effimere tendenze della società, per proiettarsi in una dimensione senza tempo. È uno spazio in cui predomina la libertà di creare inconsuete associazioni, generare cortocircuiti, intraprendere sentieri non prevedibili o in cui lasciar scorrere, anche irrazionalmente, i flussi di pensieri.OPOS è una comunità, l’insieme delle persone che nel passato e nel presente l’hanno attraversato e lo attraverseranno.OPOS è tutto questo e soprattutto è ricerca, passione e cura di coloro che credono e partecipano a questo progetto.